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Il vandalico

Il vandalico

Il vandalico

Nel sardo attuale non compaiono tracce dirette di un superstrato linguistico germanico, che possa univocamente riferirsi al periodo in cui l'isola fu soggetta ai Vandali.

Del resto sappiamo pochissimo sull'idioma dei Vandali, popolazione germanica considerata barbara dagli storiografi latini dell'epoca, che nel 429 sotto la guida di Genserico dalla Spagna invase l'Africa romana impadronendosi di Cartagine.

Fra il 456/468 e il 534 d.C. assoggettò anche la Sardegna, imponendo propri governatori soprattutto nei centri costieri. I Vandali erano cristiani di fede ariana, cioè seguaci della eresia di Ario, che sminuiva la natura divina di Cristo.

I re vandali, ariani, confiscarono i beni della Chiesa d'Africa e perseguitarono il clero cattolico, imprigionandolo o esiliandolo in Sardegna e in Corsica.

È tuttavia da ricordare che durante la dominazione vandalica (così come nella successiva età bizantina) la Sardegna fu unita amministrativamente all'Africa e incrementò in misura sensibile i contatti con la cristianità di quella regione, della quale accolse anche eminenti rappresentanti costretti all'esilio dai sovrani vandali.

Alla luce di questi eventi si può ritenere che l'età vandalica abbia favorito in Sardegna l'influenza di modelli linguistici latini di ascendenza nordafricana, determinando in alcuni casi l'avvio di particolari fenomeni fonetici, morfologici e lessicali, fra i quali ci limitiamo a ricordare l'assunzione della "i" prostetica davanti a "s" impuro (iscola, iscaddare, isciolliri).

Aggiornamento

11/5/2023 - 16:44

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