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L'italiano

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L'influsso italiano inizia intenso dopo che, nel 1718, la Sardegna è passata ai Piemontesi e in seguito è divenuta parte dello Stato italiano o, meglio, della compagine solo politicamente e amministrativamente unitaria dell"Italia delle nazioni".

L'influsso italiano inizia intenso dopo che, nel 1718, la Sardegna è passata ai Piemontesi e in seguito è divenuta parte dello Stato italiano o, meglio, della compagine solo politicamente e amministrativamente unitaria dell'"Italia delle nazioni".

In particolare, l'apertura verso l'esterno imposta dall'esperienza delle due guerre mondiali, il servizio militare obbligatorio (svolto spesso in caserme del continente), la creazione di una rete stradale che ha in parte annullato l'antico isolamento delle regioni centrali, la scolarizzazione di massa e la diffusione capillare sul territorio dei mezzi di informazione nazionale hanno fatto sì che la conoscenza dell'italiano si diffondesse in misura massiccia, tanto che oggi è l'italiano e non il sardo la lingua materna di numerosi giovani.

I mass media (soprattutto la televisione) hanno fatto il resto. Il risultato è sintetizzabile in un apporto lessicale dal continente sempre crescente anche nei parlanti la lingua di identità storica dell'isola. Attraverso il contatto con l'italiano, il lessico sardo si è arricchito notevolmente, mentre la sintassi ha resistito di più. Anzi, la sintassi della lingua madre sarda ha influenzato notevolmente quella dell'italiano parlato nell'isola, dando vita al cosiddetto "italiano regionale di Sardegna".

In ogni caso, è stato proprio il diffondersi dell'italiano nelle classi popolari, e la progressiva sua sostituzione alle varietà della lingua sarda, a provocare un maggiore interesse di tutela nei confronti de "sa limba" da parte di intellettuali e politici a partire dagli anni Settanta del secolo scorso.

Aggiornamento

11/5/2023 - 16:44

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