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Sardara, Castello di Monreale

Sardara, Castello di Monreale

Sardara, Castello di Monreale

Al centro dell'abitato di Sardara, presso la chiesa di Sant'Anastasia, sorgeva un santuario nuragico con tempio a pozzo. Nel territorio restano tracce di insediamenti punici e romani. In località Santa Maria is Acquas era ubicata una stazione romana lungo la principale via di collegamento fra nord e sud dell'isola. La presenza di acque sorgive vi determinò l'impianto di terme, attive ancora oggi. In epoca giudicale il territorio era guardato dal castello di Monreale, di confine fra il regno di Cagliari e quello di Arborea. La fortificazione sorge sul colle omonimo e domina larga parte della piana del Campidano.
Ubicato lungo il confine tra regno d'Arborea e regno di Cagliari, il castello di Monreale, insieme a quello di Marmilla e di Arcuentu, faceva parte della linea difensiva del giudicato arborense.
Non si hanno notizie sicure sulla data di erezione, ma il castello è citato in un documento del 1309 come donazione del re Giacomo II d'Aragona a Mariano e Andreotto de Bas, sovrani d'’Arborea, i quali ne affidarono l'amministrazione al comune di Pisa.
Utilizzato come residenza reale per il soggiorno della moglie dell'infante Alfonso d'Aragona nel 1324, il castello di Monreale svolse un ruolo cruciale nella guerra tra Arborea e truppe iberiche, fungendo anche da rifugio per l'esercito isolano in rotta dopo la battaglia di Sanluri. Alla fine del XV secolo divenne proprietà dei conti di Quirra.
Il complesso fortificato di Monreale si articola in un castello vero e proprio, collocato in cima al poggio omonimo, e in un borgo sottostante. È racchiuso da una cinta muraria dotata di otto torri, a pianta sia quadrata sia circolare. Del castello sono ben visibili i muri perimetrali, alti circa 10 m e privi di feritoie o finestre, che racchiudevano tre cortili posti al centro e circondati da una serie di ambienti situati sui lati N, E e S. Pozzi e cisterne, interrati e voltati a botte, erano collocati in prossimità del lato S, mentre l'accesso ai piani superiori era garantito da scale in muratura.

Storia degli studi
Per Sardara e il castello di Monreale si parte dalla voce ''Sardara'' (1849) di Vittorio Angius, per passare nel 1907 all'opera di Dionigi Scano. Più recenti i lavori di Foiso Fois, di cui uno del 1979, l'altro del 1992. Si segnalano inoltre l'articolo di Giuseppe Spiga del 1982 e la scheda nel volume di Roberto Coroneo (1993). Del 2003 è l'articolo di Francesca Carrada, che riferisce i risultati delle indagini archeologiche, che hanno consentito il recupero di abbondanti manufatti ceramici.

Bibliografia
V. Angius, ''Sardara'', in G. Casalis Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, XVIII, Torino, G. Maspero, 1849, pp. 904-907;
D. Scano, Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, Montorsi, 1907, p. 388;
F. Fois, ''Un baluardo per proteggere la pianura'', in Almanacco di Cagliari, 1979, senza pagine;
G. Spiga, ''Note sul castello di Monreale nell'Arborea'', in Appunti storici su San Gavino Monreale, Oristano, 1982;
F. Fois, Castelli della Sardegna medioevale, a cura di B. Fois, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1992, pp. 152-158;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300, Nuoro, Ilisso, 1993, scheda 175;
F. Carrada, ''Il castello di Monreale: bilancio di un decennio di studi e attività'', in Roccas: aspetti del sistema di fortificazione in Sardegna: atti degli incontri sui castelli in Sardegna (2002) dell'Arxiu de tradicions, a cura di S. Chirra, Oristano, 2003, pp. 121-143;
G. Serreli, Tutti i castelli dei quattro regni, "Darwin. Quaderni", n. 1 (luglio-agosto 2006), pp. 104-109.

Tipologia Contenuti: Architettura fortificata

Provincia: Sud Sardegna

Comune: Sardara

Macro Area Territoriale: Sud Sardegna

CAP: 09030

Indirizzo: strada comunale di Monreale

Aggiornamento

23/11/2023 - 14:08

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