Seguici su
Cerca Cerca nel sito

Regione Sardegna

Compianto sul cristo morto

Cavaro, Pietroattribuito

Categoria

Genere

Titolo

Compianto sul cristo morto

Descrizione

La Deposizione si articola su più piani prospettici: in primissimo piano si osserva il fulcro stesso del dramma rappresentato, il Cristo morto sorretto alle spalle dal san Giovanni, attorniato dalla Madonna - china sul volto del Figlio - e dalle Marie. E' interessante notare la notevole capacità dell'artista di caratterizzazione espressiva delle figure delle donne attorno al Cristo: particolarmente incisiva è la Maria di Cleofa che, sollevando le braccia sopra il capo, urla il proprio dolore. In secondo piano due uomini che reggono un lenzuolo si allontanano, dopo aver evidentemente trasportato il corpo di Gesù. Sullo sfondo, il Monte Calvario con le tre croci e ancor di più in lontananza, un paesaggio naturale con castello. La tavola costituisce lo scomparto mediano destro del retablo della Madonna dei sette dolori, descritto dallo Spano come proveniente dal San Francesco di Oristano. Il cavalier Ercole Antico lo acquistò nella vendita dellacollezione De Candia, nella quale figuravano custoditi anche gli scomparti con "Ritrovamento di Cristo nel Tempio", "Caduta sotto la Croce", "Fuga in Egitto". I primi comparvero, dopo la permanenza in casa dell'avv. Orrù in Cagliari (1902), nella vendita all'asta della Galleria Spinelli a Milano nel 1928 e da allora non se ne ha più notizia. L'acquisto del Compianto per la Pinacoteca (1955) fu curato dal Delogu ed il carteggio si conserva prEsso l'Archivio Documenti della Soprintendenza di Cagliari e Oristano. La densità della cultura del pittore, che qui raggiunge una delle massime altezze qualitative nella sua produzione, ha provocato in passato diverse attribuzioni, tra le quali spicca la scuola fiamminga per la cura nel ritrarre i particolari naturali. Al Delogu si deve il merito di aver per primo riconosciuto nella tavola un autografo di Pietro Cavaro eseguito nel decennio 1515-1525 per gli stretti rapporti intercorrenti tra esso ed il retablo di Villamar (1518). Il riferimento alla "Pietà" di Bartolomeo della Porta appare discutibile poichè hanno in comune solo tangenze, tra cui il flettersi della Maddalena sulle gambe del Cristo. L'episodio ricco di pathos si articola lungo lo scoscendimento della roccia in tre scene che sfogano in un crescendo dinamico il dolore della dipartita. A sinistra la Vergine avvicina a sè la testa del Cristo con una gestualità che esprime incredulità e disperazione e con il lamento che sembra uscire dalla smorfia del viso. Maria di Cleofa si rivolge come una "prefica sarda" in un a solo verso il cielo e Maddalena si china a baciare i piedi del Cristo. La posa del corpo del Redentore è accompagnata dal panneggio a pieghe larghe di stile romano, le quali diventano più fitte in prossimità del braccio sostenuto dal san Giovanni. Alle spalle, Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea tendono per le cocche un nuovo lino destinato ad essere il sudario del corpo di Gesù. Sullo sfondo il paesaggio all'italiana rimanda alla "Sepoltura di Cristo di Raffaello (Roma, Galleria Borghese) e la definizione plastica del nudo non nasconde modelli michelangioleschi. Un cielo astratto a fondo oro segnato abulino con arabeschi e fiori di cardo usciti dagli stessi stampi e dalle stesse matrici dei fondi oro del retablo di Villamar, sovrasta la composizione creando un certo attrito con la definizione naturalistica, di stampo umanistico, applicata nel ritrarre il corpo del Cristo. L'ombra blu sullo sfondo, presente anche nella tavola centrale del polittico con l'Addolorata, appare prodotta dalla quinta rocciosa collocata in ambedue i dipinti sulla destra,e dimostra le conoscenze delle teorie di Leonardo da Vinci. L'iconografia del compianto risulta dalla sintesi degli episodi della Deposizione nella tomba e di quello della Pietà ai piedi della Croce. Il paesaggio, fatto di umbri silenzi, e la costruzione delle figure con il colore e con la luce è prova dell'aggiornamento culturale dell'artista e soprattuttodella sua capacità di rielaborare conoscenze apprese durante i viaggi e nella terra natale attraverso le opere del Maestro di Castelsardo e del Maestro di Sanluri.

Descrizione Fisica

altezza: cm 102; larghezza: cm 80

Data

sec. XVI; start=1515; end=1525

Detentore dei Diritti

proprietà Stato, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali

ID

work_33444

Tag

Commenti

Scrivi un commento

Invia